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Arte e carte, una vita in gioco. Intervista a Giovanni Bruzzi

Arte e carte, una vita in gioco. Intervista a Giovanni Bruzzi 0001

Nel mondo degli amanti del poker Giovanni Bruzzi è un nome noto. Pittore, scrittore, ma anche grande esperto di gioco d'azzardo, il "professore", come così veniva chiamato nel milieu, ha infatti scritto e illustrato ben sette libri sull'argomento, incentrati su fatti e memorie di bische clandestine (qualche titolo: Il filotto nel sabot , Professione biscazziere e i due libretti Perché Adonis e Après Renis, spaccato di un'epoca mitica, raccontata con le vicende di due boss del mondo del gioco d'azzardo clandestino). Il poker è stato anche fonte di ispirazione per la sua attività principale, la pittura, e a tal proposito vi suggeriamo di visitare il suo sito www.giovannibruzzi.it.

Ma veniamo alla questione che più ci interessa in questa sede: venuto a conoscenza delle sue molteplici esperienze nel mondo del gioco d'azzardo, Pupi Avati gli chiese nel 1986 di scrivere la cruciale partita a poker del film "Regalo di Natale", occasione che lo vide inoltre al lavoro come consulente sul set per tutti i ciak riguardanti il tavolo verde e le scene di gioco; il cast della pellicola comprendeva Carlo Delle Piane (che vinse poi il "Leone d'Oro" come miglior attore al 43° Festival del Cinema di Venezia), Diego Abatantuono, Gianni Cavina, Alessandro Haber, George Eastman e Kristina Sevieri.

Nel 2002, per il sequel "La rivincita di Natale" sempre di Pupi Avati, Giovanni Bruzzi ha di nuovo scritto e sceneggiato la drammatica partita a poker, fornendo ancora l'indispensabile e diretta consulenza sul set per tutti gli attori. Entrambe le partite continuano ad essere argomento di conversazione degli amanti del poker; eccovi un contributo al dibattito da Pokernews, che vi propone una chiaccherata con "il professore":

È senz'altro un grande piacere intervistare Giovanni Bruzzi… ma si tratta con altrettanta certezza di un piacere rischioso. Ci sono giocatori che, dopo aver visto, una ventina d'anni fa, il film di Pupi Avati "Regalo di Natale" ancora oggi si pongono molte domande… ebbene, la maggioranza di quelle domande sono destinate a rimanere senza risposta anche dopo quest'intervista, per cui ho il fondato timore che, alla fine della nostra conversazione, le cose che avrà avuto la gentilezza di confidarmi finiranno per pesare quanto quelle che avrò avuto la colpa di non chiederle.

Qualcuno potrebbe osservare che è il rischio che si corre in ogni intervista: ma uno che conosce come lei i giocatori di poker sa anche che un giocatore potrebbe chiedersi per vent'anni che cosa aveva in mano uno che è andato a vedere una puntata da duecento cinquanta milioni. Diciamolo subito e togliamoci il pensiero… sapremo mai che punto aveva in mano Franco (Abatantuomo) nella storica ultima mano con l'avvocato Santelia (Delle Piane)? Un colore di cuori, forse…?

Per prima cosa una premessa : se oggi sono un pittore di successo, non solo in Italia, lo devo ai soldi guadagnati con la gestione del gioco d'azzardo clandestino(bische e ippodromi), durata quasi 20 anni, che mi hanno permesso, con la libertà economica necessaria, di realizzare i dipinti, fanaticamente figurativi e di lunga gestazione, che la creatività artistica mi suggeriva, fregandomene di tutti i mercanti ignoranti e di tutti i critici fasulli, tanto da essere nominato "Cavaliere Ufficiale della Repubblica Italiana", per meriti artistici, il 2 giugno 2006.

Dopo l'Accademia Belle Arti di Firenze, dopo il Servizio Militare, dopo due anni oltremodo avventurosi trascorsi a Parigi, al mio rientro in Italia, sono stato reclutato del boss di una gang di biscazzieri( ero già extra-sveglio ), lavorando sempre in bische "a 5 stelle"( roulette, chemin de fer, baccarà, trente et quarante, craps, zecchinetta, poker) a Firenze, alle Terme, in Versilia e a Roma, ricavandone gli utili previsti, sapendomi anche egregiamente destreggiare con il Codice Penale, uscendone alla fine totalmente pulito.

Ora rispondo alla sua domanda: no, Franco(Abatantuono) non aveva un colore di cuori, ma un servito importante, non superlativo, tanto da chiedere i 17 minuti di tempo, come da regola, per decidere se andare a vedere. Il punto era stato scritto chiaramente da me, ma poi si è deciso, anche se non è regolamentare, di permettere a Franco di confondere le sue carte con gli scarti, quando il suo punto scoperto sarebbe stato sconfitto dal poker di donne di Santelia(Delle Piane), per evitargli un'ulteriore umiliazione.

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Sul set di "La rivincita di Natale", da sinistra a girare, Gianni Cavina, Alessandro Haber, Giovanni Bruzzi(in piedi), Diego Abatantuono, George Eastman, Carlo Delle Piane (settembre-ottobre 2002).

A proposito di "colore", oltre che essere un buonissimo punto mi pare anche un punto pericoloso nella misura in cui riesce molto facile innamorarsene perdutamente, non trova? Ancora, approfittiamo di quest'occasione per chiarire un'annosa diatriba: se si scontrano due colori, a prevalere è il seme, nella nota successione "cuori, quadri, fiori picche" oppure - come sembrano ritenere i più rigorosi - si guarda la carta più alta e, solo nel caso vi siano due sequenze di 5 carte uguali, si può dare rilievo al seme? Sono prassi di tavolo o c'è una vera e propria regola?

La consuetudine fa regola: fra due colori vince quello che possiede la carta più alta, a parità di carte vince il seme.

I protagonisti delle due "partite di Natale" giocano in 5. Permetta un'altra curiosità tecnica: se nel poker a quattro esiste un punto matematicamente imbattibile - notoriamente il poker di 10, chiuso scartando J, Q e K, e affiancando, ai due 10 di partenza, gli altri due 10 accompagnati da un Asso - le risulta che esista una combinazione scientificamente vincente anche nel poker a 5?

Il suo punto imbattibile è una chimera, un giocatore con la possibilità di una scala bilaterale chiedendo una carta e scartando un 10, non sbaglierebbe la giocata se scegliesse questa soluzione. Oggi il punto imbattibile è la scala reale, qualsiasi essa sia, perché nel poker milionario, due scale reali si dividono il piatto.

Tornando al film, si è sentito dire che la mano decisiva di Regalo di Natale, sia stata mutuata da una partita vera che si sarebbe giocata a Montecatini negli anni '60. C 'è qualcosa di vero o si tratta di leggende metropolitane?

Sì, la partita e la mano finale di "Regalo di Natale" sono realmente accadute nella realtà, con me presente al tavolo, ma non le posso rivelare altro al riguardo.

I personaggi del film, che poi sono i medesimi della memorabile partita a poker che si gioca nella notte del Natale bolognese, sono tutti indubitabilmente straordinari. Ma Carlo Delle Piane riesce a staccare gli altri di una spanna. Sarà perché è un professionista…sarà per le patate lesse che tornano anche ne' La Rivincita di Natale... Partendo dal binomio poker e alimentazione, è lecito chiederle di che scuola fa parte? Alcol o tuberi? Convivio o monachesimo?

Santelia (Delle Piane) incarna il prototipo del perfetto baro, tutto volto a distrarre gli altri giocatori dalle sue mani e dalle sue carte, e perciò lui deve essere lucidissimo, poco cibo e niente alcol prima, per poi godersi donne e champagne a spettacolo finito.

Il poker è una passione che è stata da lei espressa anche con la pittura e la scrittura. Vari dipinti, ben sette libri, e le collaborazioni con Pupi Avati per la sceneggiatura di "Regalo di Natale" e del sequel "Rivincita di Natale". Che ricordi ha di quell'esperienza? Come è stato lavorare al film, trasmettere agli attori le emozioni e la gestualità dei giocatori d'azzardo?

Voglio qui ricordare, che nel copione dei due film, non vi era scritta la partita di poker, per non svelare in anticipo l'esito di tutta la storia; la partita, con tutti i dettagli necessari a ciascuna mano, era solo presente nel mio quadernone, che fotocopiato veniva consegnato a Pupi Avati, giorno dopo giorno, anche se lui aveva già ampiamente visionato tutto l'insieme del mio scritto. Il set del poker è stato molto faticoso per me, inquantochè ad ogni ripetizione di ciak, e se ne sono ripetuti a diecine, dovevo ripreparare le carte per gli attori e riposizionare a ciascuno le fiches. Comunque Pupi Avati si è sempre fidato ciecamente dei miei consigli tecnici, con felice intuito direi, dato il grande risultato drammatico raggiunto dai due film.

Sulla sceneggiatura hanno inciso più le sue esperienze da giocatore o da gestore di sale da gioco?

Tutte e due le cose, perché io ho organizzato partite di poker milionarie pulite e "avvelenate" e mi sono seduto al tavolo come giocatore in entrambe le occasioni.

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Sul set di "Regalo di Natale", da sinistra, Pupi Avati e Giovanni Bruzzi (febbraio-marzo 1986).

Un giocatore professionista ed un baro, stando alla mia sensibilità, sono due cose non solo diverse ma quasi opposte. In Rivincita di Natale si puo' osservare un esarcebamento dei rapporti umani, le scorrettezze abbondano e i tradimenti si intrecciano Non ha temuto che il film potesse dare l'idea della perfetta sovrapposizione tra chi conosce il poker e lo pratica per professione e chi prepara e sostituisce mazzi di carte con combinazioni da cinema?

Nel poker milionario conta solo vincere i soldi e tutti i metodi, anche quelli scorretti, vengono messi in atto. I bari "over the top"(ricordo che ogni gioco richiede un diverso "specialista") sono rarissimi, ai miei tempi lavoravano solo al servizio delle bische "a 5 stelle", che gli garantivano prestazioni, ben remunerate, per tutto l'anno in posti diversi. In breve, il baro è un giocatore anomalo inquantochè, in realtà, è un sicario-killer alle dipendenze di una importante committenza(la bisca) e deve "uccidere" economicamente la ricca vittima selezionata, che soccomberà perdendo, esattamente, la cifra preventivamente decisa.

Le è mai capitato di scoprire un baro? Come ci si comporta?

Una volta, mi fu proposto di giocare un poker milionario in una villa, non lontano da Firenze, e fui invitato a visionare l'ambiente; quando arrivai vi era già in corso una partita a quattro e da come uno dei giocatori, in combutta con altri due, rammontava gli scarti per la rimescolata della mano successiva, mi resi conto del boccone "avvelenato" che stavano preparando; al momento della pausa ristoro, mi avvicinai al baro e gli soffiai nell'orecchio: "Bravo" e lui di rimando sibilò: "Questo tavolo è mio, alla fine ti darò il 5% della vincita, così non avrai sprecato la serata". Tra professionisti ci si capisce al volo.

Si è ispirato a qualcuno per il personaggio dell'avvocato Santelia, interpretato magistralmente da Carlo delle Piane?

Certo, il baro è un personaggio che agisce sotto copertura, ma quello che rivela circa il suo lavoro deve essere vero, perché molto spesso viene verificato, prima della partita. Difatti Santelia(Delle Piane) è veramente un avvocato proprietario di una fabbrica di giocattoli a Lamezia Terme e questo Franco(Abatantuono) lo poteva controllare. Prendere i milioni al tavolo da gioco è un lavoro da professionisti, perciò vanno prese tutte le precauzioni e non vanno commessi errori, solo così si vince senza destare alcun sospetto.

Deve essere piuttosto facile, senza nessuna alterazione delle carte, dei mazzi ecc. "mettere in mezzo" un giocatore in accordo con un altro. Ci sono tecniche per potersi accorgere rapidamente dell'imbroglio? O dobbiamo rassegnarci alla vigenza della regola, enunciata in un altro divertente film sul poker (Rounders, di John Dahl, 1998), stando alla quale "se dopo mezz'ora che sei seduto al tavolo non hai capito chi è il pollo, vuol dire che il pollo sei tu"?

Niente al tavolo da gioco va dato per scontato, perché le sorprese possono essere proprio dietro l'angolo. Comunque un valido professionista si accorge abbastanza presto del livello di abilità dei suoi avversari e, oltre ad individuare il più modesto, sa riconoscere il più furbo e questo è ancora più importante.

Un altro paio di domande, sempre all'incrocio tra cinema e poker, prima di salutarla e ringraziarla tanto della disponibilità quanto dei preziosi segreti. Nel folto pubblico tanto soddisfatto per la centralità del poker nei due film ai quali ha collaborato, vi è una parte di giocatori che hanno avvertito una mancanza: la Telesina. È stata una sua scelta o una scelta del regista? Per alcuni la Telesa rappresenterebbe, addirittura, il poker al massimo grado di purezza. Lei, cosa ne dice?

Per quanto mi riguarda, il poker milionario in Italia è sempre stato quello delle 32 carte(sia a 4 che a 5 giocatori). La telesina, col mazzo completo delle 52 carte, si è fermata al livello amatoriale-domestico.

Le è mai capitato di assistere ad una mano di poker nella quale un giocatore mette nel piatto qualcosa del valore di un cinema, come accade in Regalo di Natale? È mai possibile giocarsi un Cinema a poker? Ma forse, stando alla dimensione metaforica che pervade i due film dai quali abbiamo preso le mosse, questa domanda andrebbe girata a Pupi Avati… benché pare che lui, a poker, non sappia nemmeno giocare.

Il fatto che in "Regalo di Natale" sia quantificato il valore di un cinema, per consegnare le poste richieste, è una trovata di Pupi Avati, ma sarebbe potuto accadere anche nella realtà. Io ho partecipato a partite di poker dall'esito finale catastrofico per alcuni giocatori, ma sempre la consistenza della liquidità patrimoniale era stata scrupolosamente accertata prima dell'inizio del gioco. In entrambi i film, appena seduti nei rispettivi posti, i giocatori firmano un assegno in bianco e lo consegnano al padrone di casa Stefano(Eastman). Le successive e ripetute richieste di poste, saranno sempre attentamente vagliate e non potranno superare il tetto, ritenuto congruo, dagli altri giocatori. Nella sua vita Pupi Avati non ha mai giocato a poker, strano ma vero!

Sappiamo che i tempi sono maturi per una terza, ferocissima partita di poker. Può anticiparci qualcosa?

La terza partita ci sarà, io ho già scritto l'infernale imbroglio, compresa la terribile mano finale, ma non posso dire altro che, anche in questo caso, la storia attinge da un fatto realmente accaduto.

Nei due primi episodi i protagonisti giocano il poker a 32 carte - quello comunemente detto poker italiano. Da un po' di tempo il Texas Hold'em sta prendendo piede anche in Italia. Cosa pensa di questa variante di poker notoriamente più tecnica? Comparirà mai in qualche sua sceneggiatura o romanzo?

Il Texas Hold'em è un gioco profondamente diverso dal poker italiano, pertanto anche le strategie sono differenti, e, mi sembra evidente, la poca utilizzazione del bluff, durante lo svolgimento della partita. Tutte le varianti che il gioco del poker ha subito negli anni sono dettate dai casinò americani, che ritenevano di modificare le regole per renderlo più accessibile alla moltitudine dei nuovi giocatori alle prime armi. Penso proprio che il Texas Hold'em sia poco adatto alla finzione cinematografica, ma anche in questo caso, mai dire mai.

Il 2006 è stato un anno importante per il poker in Italia. L'oscuramento dei siti internazionali di scommesse prima, e poi l'apertura verso una legislazione del poker online. Nel frattempo nel paese sono nate molte nuove associazioni promotrici di tornei con sempre più iscritti, campionati organizzati nei casinò ecc. Come valuta questa fase?

Per i giovani è importante la competizione, il vincere e il perdere, unito ad un sano divertimento e poiché nei tornei di Texas Hold'em si rischiano solo i soldi dell'iscrizione, vedo tutto questo molto positivo.

Ha mai partecipato a partite di poker on line?

No, io possiedo la mentalità del biscazziere, cioè di quello che organizza la partita e la controlla, e questo nel poker on-line non è possibile.

Quali sono i suoi progetti per il futuro?

I progetti sono tanti, sia in pittura che in cinema, spero ovviamente di concretizzarne qualcuno. Nel cinema, oltre a Pupi Avati, vorrei portare sullo schermo una clamorosa storia, avvenuta nell'estate del 1965, dove in società con una gang di biscazzieri, un super-baro venuto da Marsiglia, allestisce un devastante tout-va al baccarà, mettendo in mutande una cittadina termale. In chiusura, volevo solo aggiungere un'ultima cosa, fra i miei dipinti importanti devo anche annoverare le due grandi tele che ho realizzato sulle partite di poker dei due film di Pupi Avati, ormai celebri e riprodotte in riviste italiane e straniere, e anche un incisivo ritratto del regista.

Pokernews la ringrazia per la piacevolissima chiaccherata e le fa i migliori auguri per i suoi progetti, nella speranza di risentirci presto in merito alla terza, infernale partita.

Immagine di copertina: Sul set di "La rivincita di Natale", da sinistra a girare, Carlo Delle Piane, Giovanni Bruzzi(in piedi), Gianni Cavina, Pupi Avati(in piedi), Alessandro Haber, George Eastman (settembre-ottobre 2002).

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