Su PokerNews.IT puoi giocare solo se hai almeno 18 anni. Il gioco può causare dipendenza. Gioca responsabilmente.

Agenzia delle Dogane e dei Monopoli Agenzia delle Dogane e dei Monopoli 18+

Le Basi Del Poker: la Three-Bet

Basi Del Poker: Three-Bet

Bentornati alla nostra rubrica Le Basi Del Poker, in cui ci occupiamo di un particolare termine pokeristico. Vi offriremo una definizione chiara del termine e un esempio del concetto strategico a cui si riferisce, in modo che possiate cominciare ad utilizzare tale termine e a implementare la strategia collegata nel vostro gioco. Oggi parliamo della three-bet.

Definizione

"Three-bet" è un termine comunemente utilizzato per indicare un controrilancio iniziale prima del flop. Il termine trae le sue origini dalle partite fixed-limit, nelle quali il primo rilancio vale due puntate, e il successivo controrilancio equivale a tre. Allo stesso modo, nelle partite no-limit, il big blind rappresenta la prima puntata (obbligatoria), il primo rilancio è la seconda, e il primo controrilancio è definito "three-bet".

Dal quarto rilancio in avanti si parla di "four-bet" e così via. Perciò, quando si dice che un giocatore piazza una "five-bet in all-in", significa che il suo ultimo controrilancio in all-in arriva dopo una serie di rilanci precedenti.

Il termine "three-bet" può essere utilizzato anche parlando delle puntate post-flop. Anche qui si riferisce alla terza puntata effettuata, cioè il primo controrilancio in una sequenza di bet-raise-reraise. Quindi anche qui i giocatori possono parlare di "four-bet" (e così via) dopo il flop, anche se di solito questi termini vengono utilizzati per descrivere l'azione pre-flop.

Esempio

Il Giocatore A da bottone apre rilanciando, mentre il Giocatore B si difende da big blind chiamando. Il flop è QJ8: il Giocatore B esce puntando. Il Giocatore A rilancia, trovando il controrilancio del Giocatore B, cioè la three-bet.

Considerazioni Strategiche

Anni fa, prima del "boom" del poker e del conseguente arricchimento dello spettro strategico, a un giocatore di no-limit hold'em che piazzava una three-bet o un controrilancio prima del flop veniva attribuito un range di mani di partenza piuttosto ristretto e molto forte. In effetti, per una categoria significativa di giocatori, una three-bet pre-flop di solito suggeriva che quel player avesse AxAx, KxKx, QxQx, o AxKx e magari AxQx e JxJx, ma mai peggio.

Ora non è più così, grazie alla crescente popolarità dell'aggressività pre-flop: ormai persino i giocatori che piazzano una four-bet o una five-bet sono capacissimi di farlo senza mani premium. Il vecchio detto "il quarto rilancio è sinonimo di assi" - che si riferisce a quella che oggi viene chiamata "five-bet" - non è più valido, anche se si applica ancora a tanti giocatori non in grado di piazzare una five-bet con carte più deboli.

Detto questo, spesso nelle partite cash dai limiti più bassi, dove in effetti non ci sono molte three-bet pre-flop, quessta mossa è ancora (frequentemente) un segnale di forza. Costruire i piatti prima del flop con mani di partenza forti (tipo assi, re, donne e asso-re) è cosa buona e giusta, quindi piazzare una three-bet con queste mani dopo il raise di un altro giocatore è una mossa consigliata.

I tornei ovviamente sono diversi, specialmente quando stack diversi possono incoraggiare chi ha molte chip a fare pressione su chi ne ha poche, con la classica "three-bet light", cioè un controrilancio con mani meno forti o speculative. A volte, anche i giocatori cash possono far foldare un giocatore che ha rilanciato, sia prima che dopo il flop, sfruttando il vantaggio della posizione tramite una three-bet con un range di mani più ampio.

Ad ogni modo, in generale una three-bet - sia prima sia dopo il flop - rappresenta una mano forte, e quindi partendo da qui dovete determinare le probabilità che il vostro avversario possa rappresentare qualcosa di diverso rispetto a quanto abbia davvero.

Guardare e Imparare

In una delle nostre "Ivey Stories, PokerNews.com ha parlato con il professionista britannico Paul Jackson riguardo a una famosa mano giocata in tv contro Phil Ivey una decina d'anni fa, quando i due si trovavano in heads-up al Monte Carlo Millions.

Con i bui a 10.000/20.000, e Ivey in netto vantaggio nei confronti di Jackson (4 milioni a 1), Jackson fa limp da bottone con 65. Ivey fa check con Q8 e il flop è 7JJ.

Ivey esce puntando 80.000 in bluff e Jackson rilancia pure lui in bluff a 170.000. Ivey esita, poi piazza una three-bet a 320.000.

Nessun giocatore ha niente, ma entrambi continuano ad aggredire, con Jackson che piazza una four-bet a 470.000 totali. Ivey ci pensa di nuovo, chiede a Jackson quanto gli rimanga, e dopo un minuto va all-in (una "six-bet shove") facendo infine foldare Jackson - Ivey poi avrebbe vinto l'heads-up.

Guardate ed ascoltate Jackson raccontare quella mano, inclusa la parte in cui dice che "a quei tempi, perché parliamo di tanti anni fa, non si parlava di three-bet e four-bet" - un cenno al fatto che quei termini sono entrati in voga nell'hold'em solo di recente.

Per rimanere sempre aggiornato su tutto quello che accade nel mondo del poker, segui PokerNews Italia su Twitter e diventa fan su Facebook.

Name Surname
Neil Gibson
Name Surname
Beto10

SCOPRI DI PIÙ

Altri Articoli