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Mario Adinolfi: "Letta è tight, Renzi un maniac aggressive...Berlusconi uno straordinario bluffer"

Mario Adinolfi:

Mercoledì 29 Gennaio, poco dopo l'annuncio ufficiale dell'uscita di Dario Minieri dal Team Pro di PokerStars, Mario Adinolfi si era scatenato su Facebook con un post sul "Darietto nazionale" che tanto ha fatto discutere nei giorni successivi, con diversi flame nati all'interno della discussione ed addirittura 665 commenti, la maggior parte dei quali in difesa della leggenda del poker italiano e contro l'ex deputato del PD, che aveva definito l'investimento di PokerStars sulla figura di Minieri dal 2010 ad oggi "ingiustificato", scatenando quindi le reazioni della community pokeristica italiana.

Dopo una decina di giorniAdinolfi è tornato a far parlare di se con un'intervista rilasciata aTommaso Rodano del Fatto Quotidiano in cui il romano fa un largo uso dello slang pokeristico per definire i maggiori protagonisti della scena politica italiana.

"Per Renzi e Letta si avvicina lo showdown: il momento di mostrare le carte che hanno in mano". La fase politica si presta a un paragone con il tavolo verde e la persona giusta per spiegare la partita a carta tra i due toscani è Mario Adinolfi: giornalista, ex deputato del Pd di scuola democristiana come i duellanti (che conosce bene) e professionista di texas hold'em, variante "texana" del poker tradizionale.

Ovviamenteil primo pensiero dell'ex deputato del Partito Democratico è per il leader del PD Matteo Renzi e per quello che attualmente sembra essere, pokeristicamente parlando e non, il suo "oppo", il Presidente del Consiglio Enrico Letta.

Che pokeristi sono Renzi e Letta?
Sono molto diversi. Nel lessico del poker sportivo, il premier si definisce un giocatore "tight". Uno prudente, accorto, che gioca di rimessa. Renzi è il contrario. Mi pare un tipico "maniac aggressive". Sempre all'attacco: punta all'aggressione di ogni singola mano, di ogni piatto. Questo tipo di giocatore rischia tanto: può vincere molto, ma perdere tutto all'improvviso.

Pare sia arrivato il momento della verità, in cui si fanno vedere le carte. Chi ha il punto migliore?
Tutte le partite finiscono, non possono essere eterne. L'inerzia in questo momento è a favore di Renzi. Mi sembra difficile che Letta possa resistere nella sua posizione. Ma non bisogna mai pensare che un giocatore sia morto solo perché gioca poche mani. Credo comunque che la prevalenza di uno non escluda l'altro: ci può essere anche una sorta di diarchia. Con Letta un po' defilato, in Europa, con un ruolo "alla Monti".

Ovviamente, quando si parla di Governo e dei principali attori della scena politica italiana, non si può non fare riferimento al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che viene definito da Adinolfi come una tipica "blocking bet", ovvero una puntata fatta per cercare di fermare quelle degli altri.

Pensa a un cambio della guardia a Palazzo Chigi?
Credo che per Renzi sarebbe un errore accettare di diventare premier senza passare per le elezioni. Ma qui entra in campo un altro giocatore fondamentale: Giorgio Napolitano. Quello di Renzi e Letta non è un heads up, una sfida a due. Ci sono altri attori importanti.

Qual è il ruolo di Napolitano?
Il capo dello Stato ha un potere fondamentale. Restando nella metafora pokeristica, si definisce blocking bet: fare puntate d'anticipo che servono a fermare le giocate degli altri. Se Napolitano ritiene che non si debba andare ad elezioni, Renzi rischia di rimanere bloccato. A quel punto o va a uno scontro duro con il presidente della Repubblica oppure è costretto ad accettare l'incarico.

Infine vengono ovviamente tirati in ballo l'ex Premier Silvio Berlusconi, definito un grande "bluffer", e Beppe Grillo, che secondo il suo parere è ungiocatore forte che non va sottovalutato.

Che altri giocatori ci sono?
E' un tavolo a sei. Ci sono Berlusconi e Grillo. Poi Alfano insieme ai partiti piccoli, tra cui metto anche la minoranza di Cuperlo. Anche loro hanno qualche fiches da giocar: la partita è la riforma elettorale. Possono ancora fermarla. Si possono aggrappare all'emendamento Lauricella, che lega l'Italicum alla riforma del Senato.

Berlusconi come lo vede?
E' uno straordinario bluffer. Lo dico in senso positivo: nel poker - come in politica - per riuscire a bluffare serve un'abilità straordinaria. Lui in questa fase non ha buone carte (la condanna, il partito da reinventare, la mancanza di un leader alternativo, l'espulsione dal Senato) ma rimane sempre un avversario pericolosissimo.

E Grillo?
E' un altro giocatore forte. Renzi non deve sottovalutarlo né demonizzarlo. Commetterebbe un errore imperdonabile.

Lachiusura dell'intervista a Mario Adinolfi è ovviamente "dedicata" a Matteo Renzi.

La posta in palio è altissima: l'Italia. Chi si prende il "piatto"? Non sono un osservatore imparziale, faccio il tifo per Matteo.

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