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Poker strategy: il check raise al flop (seconda parte)

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Riprendiamo il ragionamento sul check raise al flop,iniziato nel precedente articolo. Dopo il check raise per valore, vediamo come usarlo per proteggere la propria mano da eventuali “scoppi” sulle successive streets.

Per protezione: questa è una giocata che si usa molto di frequente nel TH Limit, mentre è più rara nel No Limit, nel quale si preferisce callare per non riaprire il gioco e per fare pot control.
Ad esempio, su un flop rag tipo 8x4x3x rainbow, dopo aver chiamato un rilancio preflop con 9x8x, possiamo pensare di effettuare un check raise. Nel Limit è una giocata standard che cerca di proteggere la top pair da overcard che possono scendere al turn o al river, soprattutto se chi ha rilanciato lo ha fatto da late position ed è un giocatore con una tendenza alla steal. Nel No Limit il call è probabilmente la giocata più normale oggi, anche se un check raise non è così sbagliato.
Ancora una volta, predilegiamo la situazione in cui più probabilmente siamo di fronte ad untentativo di c-bet in bluff.

La situazione di torneo in cui conviene sfruttare questa giocata, è quella in cui i bui cominciano ad essere più alti, e le azioni “coraggiose” hanno più peso: di fronte ad un check raise al flop, ci vorrà un giocatore ancora più coraggioso ed aggressivo per tentare un controrilancio! A maggior ragione, se per ragioni di bui alti siamo disposti ad investire tutto il nostro stack, il check raise è senza dubbio la giocata migliore.
Nelle fasi iniziali di un torneo, quando i bui sono ancora bassi e lo stack è deep, è preferibile pot controllare con un check-call, per non rischiare di intaccare troppo presto il nostro patrimonio di chips.

Bluff o semibluff: dopo il check raise per valore, quello in semibluff è probabilmente il più diffuso. La situazione è abbastanza intuitiva: al flop ci troviamo in draw di scala o colore (o meglio ancora, una monster draw che unisce entrambe queste possibilità!), l’OR c-betta dopo il nostro check, e noi rilanciamo.
Gli obiettivi sono più d’uno: ottenere un fold immediato, un fold sulle strade successive continuando a puntare, oppure guadagnare un pot più grosso nel caso in cui riuscissimo a chiudere il draw e farci pagare fino in fondo.
Questa è una giocata che mi sento di raccomandare contro qualsiasi avversario, anche se una certa prudenza va adottata con un giocatore tight aggressive che abbia rilanciato preflop da early position: un po’ di rispetto probabilmente lo merita!
Si adatta bene sia nelle fasi di bui bassi, per fare pot building, sia in quelle di bui alti, quando però dobbiamo tenerci pronti anche “a metterle tutte in mezzo”!

Un bluff naturalmente ha lo scopo di ottenere subito il fold dell’avversario. La situazione migliore per tentare un check raise in bluff è un board rag senza figure, o coordinato in modo da poter simulare di aver chiamato con una mano speculativa.
Ma ancora più importante è scegliere l’avversario giusto: un giocatore “timido” oppure un giocatore troppo propenso alla c-bet.
Altrettanto importante è non committarci con questa azione: facciamola quando abbiamo abbastanza chips per permetterci un fold se il nostro avversario non abbocca!

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