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Colpo di scena: PokerStars acquista Full Tilt?

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Al momento sono ancora solo indiscrezioni, ma già la community del poker ha registrato la news che sta ribaltando lo scenario della "storia infinita Full Tilt".

Dopo mesi e mesi di continuo ping pong di notizie sulla pokeroom in fase di stallo a causa del black friday, rimbalzanti tra l'interessamento del gruppo Bernard Tapie per l'acquisto, il blocco da parte del Department of Justice (DoJ) degli Stati Uniti e le varie "class action" dei giocatori/clienti contro Full Tilt, ecco che oggi (martedì 24 aprile 2012) arriva il colpo di scena.

Questa la situazione. Alcune ore fa Laurent Tapie, Amministratore Delegato del gruppo Bernard Tapie, ha ufficialmente comunicato che le trattative del gruppo francese per l'acquisizione di Full Tilt si sono interrotte a causa del mancato accordo con il DoJ degli Stati Uniti.

Ecco il testo del comunicato: "Il Groupe Bernard Tapie è spiacente di annunciare che, dopo sette mesi di intenso lavoro, i nostri sforzi per ottenere l'approvazione definitiva da parte del Dipartimento di Giustizia USA per l'acquisizione delle attività di Full Tilt Poker si sono conclusi senza successo".

Alla base del mancato accordo c'è sostanzialmente la condizione imposta dal DoJ del pieno rimborso a tutti i player/clienti di Full Tilt mantenendo il diritto al recesso degli stessi entro 90 giorni dalla riaperura della piattaforma, e al tempo stesso il fatto che "...tutte le risorse fondamentali delle società FTP risiedono al di fuori degli Stati Uniti. Un giudice non americano ben potrebbe considerare la decadenza degli accordi giudicandola come una "transazione fraudolenta" e dichiararla non valida".

Questa la versione ufficiale dei fatti. Tuttavia, già nella prima mattinata di oggi alcune indiscrezioni su un potenziale interessamento di PokerStars nei confronti di Full Tilt avevano iniziato a circolare su alcuni siti esteri, su Twitter e in particolare sul noto forum "2+2".

Secondo il sito Pokerfuse, Alex Dreyfus, CEO di Chili Gaming, avrebbe addirittura dichiarato su Twitter la cifra pagata da PokerStars per acquistare il competitor per eccellenza, pari a 750 milioni di $ per sistemare i problemi legali con il DoJ. Di questi, 330 milioni sarebbero destinati a saldare l'annosa questione delle pendenze della pokeroom nei confronti dei giocatori e il rimanente per risolvere la multa a carico di PokerStars stessa dovuta al black friday.

Al momento si tratta ancora di voci "da calcio mercato", anche se la parte conclusiva del comunicato del gruppo Tapie ha messo in rilievo l'esistenza se non altro dei "rumors": "Sappiamo da notizie di stampa che il DoJ potrebbe aver stipulato un accordo con PokerStars per cedere loro le attività FTP. 
 Possiamo solo supporre che PokerStars abbia stabilito che era disposta ad accettare questi rischi legali e finanziari, al fine di risolvere la propria situazione legale con il DOJ. 
 
 In caso di acquisizione di PokerStars significa che tutti i giocatori di FTP verrebbero interamente rimborsati e siamo molto felici per i giocatori, perchè rimborso finale e completo è sempre stato la nostra priorità.
Ci dispiace solo che un tale accordo segnerebbe un ulteriore consolidamento di un mercato del poker già dominato da un singolo player - un risultato che può destare preoccupazioni per l'antitrust e che, nel lungo periodo, non è probabilmente un bene per i giocatori e per l'intera industria del poker online
".

Sempre secondo indiscrizioni circolanti in rete, sembra che con l'entrata di PokerStars nell'affare Fill Tilt, i giocatori saranno rimborsati al 100%, i due siti funzioneranno indipendentemente e avranno proprie promozioni autonome.

Tuttavia bisogna anche ammettere che qualora queste voci fossero confermate, assisteremmo ad una rivoluzione nel mercato del poker online, con PokerStars vicina ad una sorta di vero e proprio monopolio mondiale, i cui pro e contro restano ancora tutti da valutare.

E si sa che a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca...

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Nicola Pagano

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