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Zumbini: Glaming, tv-cinema, leggi e frecciate a Full Tilt

Zumbini: Glaming, tv-cinema, leggi e frecciate a Full Tilt 0001

Come promesso nello scorso a marzo, siamo tornati da Flavio Ferrari Zumbini per sentire la sua autorevole opinione su alcuni argomenti di attualità in materia pokeristica. Dalle proposte televisive/online di Glaming, a "Poker Generation", senza tralasciare le novità legislative e un commento alle ultime news su Full Tilt. Infine abbiamo chiesto a Flavio un consiglio per le letture estive. Come al solito il campione romano è stato molto disponibile e ricco di spunti di grande interesse.

Ciao Flavio, in questo periodo si parla molto di “Come Giochi2” ci racconti di che si tratta?
"E’ una trasmissione che si avvicina molto a quella della prima edizione. Il format è stato confermato con alcuni piccoli cambiamenti. Non ci sarà più la bocciatura del giocatore valutato, ma ci saranno i voti e quindi una maggiore gradazione di giudizio. I vincitori saranno quelli che ottengono il punteggio più alto e potranno usufruire di notevoli vantaggi su Glaming come ad esempio lo "status vip". Personalmente sento di avere una esperienza limitata nel settore televisivo, quindi non mi ritengo un veterano. E però vero che esesendo la seconda edizione c'è un briciolo di routine. In molti dicono che sono il "giudice" più severo del programma, e in effetti sono stato cattivello, ma credo che sia Andrea "Datino" (Dato) il più severo mentre Jackson (Genovesi ndr) è il più buono".

Cosa puoi dirci di “Caccia a Zumbini”?
“Su Glaming.it ogni domenica sera è possibile partecipare a "Gioca con Flavio". Il buyin è di 2,5 euro e ci sono ben 100 euro in palio per chi mi elimina. In molti si divertono a provarci e per me è stimolante anche perché la taglia su di me non è male!".

Che recensione faresti a “Poker Generation
“Premetto che non sono un critico e non voglio quindi scendere troppo nel dettaglio. Posso però dire il mio giudizio senza criticare il film. Una cosa che mi ha un po' deluso è che non si valorizza il poker come gioco di abilità. Questo è un punto importante per distinguere il poker dai giochi di puro azzardo. Come dice il titolo stesso del film si parla di una generazione rivolgendosi ad un pubblico generalista. Sai, se ti rivogi alla nicchia che conosce la materia puoi anche dare per scontato che il poker sia un gioco di abilità, ma non tutti conoscono la materia. Secondo me sarebbe stato un vero risultato far vivere nel profondo la bellezza di questo gioco che non può prescindere dall'abilità di chi lo pratica. Infine forse nel film ci sono troppe bische che tolgono spazio al poker giocato nei luoghi autorizzati".

Cosa pensi delle critiche fatte al film dal senatore Lauro? (clicca qui per un report su questo argomento)
“Non condivido nulla di quello che ha detto. Mi sembra davvero fuorviante. E' facile rispondere sulla stessa linea dicendo che allora i film sul Far West non andrebbero più visti perché ci sono sparatorie e così facendo qualunque altro genere cinematografico è rischioso. No, francamente critiche di questo tipo non reggono. Credo che si debba fare una valutazione più generale e contestualizzare parole simili; è il gioco come settore ad essere sotto attacco e ci sono forzature come ad esempio "proibire la pubblicità". Questo nello specifico mi sembra assurdo. Sono piuttosto d'accordo con la formazione di un codice etico per la pubblicità. Ad esempio lo slogan "Ti piace vincere facile" lo trovo una porcheria. L'accesso al gioco è facile, ma il risultato non puoi proporlo come tale. Ecco, correggere storpiaggini di questo tipo lo troverei giusto. Se poi si volesse fare un passo avanti credo che potrebbe essere una buona idea dare il payout in ogni gioco. Dietro la tua schedina o un gratta e vinci si potrebbe segnalare il payout. Questo è pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, ma è ovvio che nessuno se la legge. Sono a favore di cambiamenti che rendano più trasparente il gioco. E tra l'altro il poker ne trarrebbe vantaggio essendo un gioco che rende il 90% contro il 50%, 60% di molti altri. Credo che ci siano cose che fanno obiettivamente male, come ad esempio le sigarette, ma altre che possono diventare negative come tutto ciò che è vissuto in modo non equilibrato, ma che nella loro sostanza non sono giuste o sbagliate. Ad esempio il gioco o l'alcool. E' la misura che detta il risultato. Se gioco con moderazione, come se bevo un bicchiere di vino a tavola, non vedo nessuno sbaglio. Anzi è piacevole".

Cosa ti attendi dal legislatore in materia di poker live?
AAMS non può tirare fuori un regolamento oggi, è un periodo delicato e si esporrebbe a troppe critiche. E' quindi comprensibile un approccio low profile. Certo l'ulteriore ritardo nella concessione delle licenze per il gioco live mi dispiace sia dal punto di vista personale che da quello generale. Opero in questo settore e quindi egoisticamente vorrei che ci fosse libertà di giocare, ma oltre a me tante persone potrebbero passare serate piacevoli e non possono farlo. Il poker è un divertimento. Non vorrei alzare i toni e dire che è un diritto, non esageriamo, ma sicuramente è una cosa bella e divertente. Il fatto che non si possa giocare liberamente mi fa un po' soffrire. Non vedo perché non si possa farlo. Capisco che qui possa essere più complesso dare delle norme rispetto al gioco online, ma le concessioni andrebbero a grossi operatori in grado di superare le difficoltà. Mi riferisco ad eventuali problemi di ordine pubblico, che va garantito nelle sale, all'omologazione di carte, location, alla preparazione dei dealer, eccetera. Difficoltà che però non giustificano lo stallo”.

Facciamo due conti col fisco italiano, supponiamo di andare 10 giorni alle WSOP. Ci puoi analizzare costi e ricavi attesi che giustifichino tale trasferta? Non rischia di essere scoraggiante giocare fuori dalla UE?
“Diciamo chiaro: non andate a giocare all'estero, non si può vincere. Si rischia di andare incontro a guai e complicazioni se non siete preparati, quindi vi suggerisco di ovviare. E' molto più semplice giocare in Italia. Le vincite all'estero sono soggette a ritenute Irpef, incidono sugli scaglioni di reddito e quant'altro. Dieci giorni alle World Series a Las Vegas sono quasi senza senso. Oltre ai buyin, diciamo di 10K, puoi arrivare a pagare in tasse il 43% di quanto incassato, oltre al 10% come fee del torneo e alle spese di vitto e alloggio che potrebbero essere del 50% rispetto ai buyin. Insomma con questo sistema anche Phil Ivey farebbe fatica. I giocatori pro che vanno sono sponsorizzati e allora la valutazione cambia. Inoltre che sia un torneo negli Stati Uniti o nella Comunità Europea non cambia nulla. L'orientamento della Agenzia delle Entrate non fa differenze e chi dice il contrario è perché ha interesse a farlo. Non è vero che questa materia impedisce una doppia tassazione”.

A marzo ti eri detto pessimista sul futuro di Full Tilt, pensi sia cambiato qualcosa?
“Non vorrei aggiungere altro su Full Tilt finché non mi ridanno i soldi. Certo le cose che leggo e sento in questi giorni sono prive di fondamento. Qui si parla di Full Tilt pronta a tornare, con i nuovi avatar già disponibili e il programma dei tornei domenicali. Mi sembra assurdo, è una speculazione. Non si è ancora risolto minimamente il problema del debito che la room deve saldare e alcuni tirano fuori cose di questo tipo. Francamente non sono attendibili. Sì magari dall'Irlanda un tecnico ha reso raggiungibile il software per qualche ora, ma questo non ha nessun significato. Poi se in futuro, una volta risolti i problemi, dovesse riaprire la room, questo sarebbe positivo per tutto il settore. Il marchio ha sempre lustro, anche se infangato. Ciò che mantiene un valore notevole è il software. Credo che possa valere anche un miliardo di dollari. Si tratta di un software che nessuno è riuscito a replicare nonostante ci abbiano provato molte sw house. Anche prima del black friday in tanti avevano provato a rifare un software simile e non ci sono riusciti. E si tratta di un mercato molto ricco e quindi non sono mancati gli interessati, è solo che non si riesce a farne uno uguale. Non sono un esperto in materia, ma a quanto mi dicono il software si sviluppa in modo organico con l'hardware , evidentemente il loro resta un primato tecnologico".

Che libro ci suggerisci per l’estate?
Consiglio "The poker blueprint" di Tri Nguyen offre ottimi consigli per giocare cash game".

Grazie Flavio per la tua gentilezza e disponbilità, a nome di PokerNews Italia e di tutti i lettori!

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Stefano Villa

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