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Poker Thinking Process: Victor Ramdin analizza un bluff

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Il PokerStars Team Pro Victor Ramdin analizza una sua giocata in bluff e il relativo "thinking process".

La mano risale ad un paio di anni fa, in occasione del Big Event 2011 al Bicycle Casino. I protagonisti sono Ryan Hughes, vincitore di due bracciali Wsop nella specialità Seven Card Stud Hi-Low, e appunto Victor Ramdin.

In questa fase il pro di PokerStars è chipleader con uno stack molto ampio, ma anche Hughes è deep, abbondantemente oltre i 100 BB.

Bui: I bui sono 2.000/4.000 e ante 400.

Azione preflop: L'azione inizia con un rilancio di un giocatore da UTG a 11.000. Ramdin tribetta per 35.000 con 62 da middle position. Call di Hughes dal bottone e fold dell'original raiser.

Ramdin: Decido di tribettare sull'apertura di UTG, perché ho raccolto alcune informazioni su di lui nel corso della precedente giornata di torneo. E' un giocatore non troppo esperto di live, e l'ho visto spesso giocare mani marginali fuori posizione. Mi sembra anche di aver identificato un betting pattern significativo: le poche volte che ha rilanciato a 15.000 (o 3x in generale), la mano è risultata essere allo showdown una premium. Con rilanci a 11.000 o inferiori (2-2,5x) di solito si è trattato di mani marginali, come ad esempio suited connectors. Mi è sembrato uno spot interessante dove infilarmi, visto anche il mio stack, ma il call di Hughes, che è un ottimo giocatore, mi ha complicato molto la vita.

Azione al flop: il flop è A8A, Ramdin punta 52.000 e Hughes chiama.

Ramdin: decido di c-bettare per non lasciare l'iniziativa all'avversario, visto che sono l'aggressore preflop. Posso fargli pensare ad Ax o una coppia molto forte per dissuadere un bluff. Il call di Hughes mi mette però in grande difficoltà. Comincio già a pensare al possibile scenario al turn e a quale azione fare...

Azione al turn: scende un 3 e Ramdin, dopo aver pensato per qualche istante e contato un po' di chips, decide di fare check. Hughes checka dietro.

Ramdin: ho già deciso di andare in check-raise se Hughes punta. Per prima cosa, penso che con buona probabilità possa avere una coppia media (8x8x-JxJx). Secondo ci voglio provare, soprattutto in virtù del mio stack così deep. Se ha l'asso o ha chiuso colore e mi manda i resti, posso forldare e rimanere ancora in gioco. Se invece, come sospetto, ha una coppia, è più probabile che foldi di fronte ad un check-raise piuttosto che ad una 2nd barrel. Il suo check non mi consente di applicare questa strategia, ma è un buon segnale. Penso all'azione al river...

Azione al river: un 4, Ramdin esce puntando 130.000 e Hughes, dopo averci pensato un minuto, folda mandando le carte nel muck.

Ramdin: La decisione a questo punto per me è obbligata, per essere consistente con quanto detto prima. Penso proprio abbia una coppia e la mia azione sembra proprio una delayed 2nd barrel per valore. La size mi sembra giusta, né troppo né troppo poco, abbastanza per far sì che un suo hero call corrisponda ad una fetta importante dello stack in una fase critica del torneo.

La chiave di questa mano sta prima di tutto nell'aver pensato in anticipo alle mosse da fare sulle street successive. Questo è decisivo per dare i segnali "giusti" all'avversario e consistenza all'azione. In realtà la mano è iniziata come un bluff preflop su un avversario, per poi diventare un bluff al river su un altro. In questo sono stato aiutato in maniera determinante da uno stack deep che, in caso di brutte notizie, mi avrebbe lasciato ancora abbastanza chips per giocarmi il torneo.

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Nicola Pagano

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